EFFETA' ODV

Un mosaico di ghiaccio di Giuseppe Leone

Qualche giorno fa ho letto la notizia che i talebani hanno accettato di riprendere la campagna di vaccinazione contro la poliomielite bloccata in Afghanistan da tre anni. In Afghanistan ci sono 3,3 milioni di bambini non vaccinati anche a causa dell’ostilità dei talebani. L’Afghanistan e il Pakistan sono gli unici Paesi al mondo in cui la polio risulta ancora endemica.

Ricordo che talebani letteralmente significa “studenti“ il loro scopo sin dalla fondazione è quello di dare vita ad un Emirato puro dal punto di vista della religione. Questo attraverso l’applicazione letterale del testo sacro della religione islamica.

Ma forse la notizia sconvolgente non è tanto il ripensamento dei talebani contro il vaccino antipolio, quanto la loro ostilità durata tantissimi anni che ha causato molte invalidità e sofferenze ai bambini afghani, come se non bastasse la guerra.

Credo dovremmo ringraziare i nostri genitori per averci fatto nascere in Italia! Si, ci lamentiamo spesso del nostro Paese per tutto quello che non va, ma nel caso dei vaccini anticovid, di cui tanto si parla in questi mesi, dobbiamo constatare che un altissimo numero di italiani si è vaccinato. Ormai andiamo verso il 90% tra chi ha più di 12 anni. Un numero tra i più alti nel mondo e, “curiosamente”, i Paesi in Europa con il più alto numero di vaccinati sono per lo più di forte radicamento cattolico (Portogallo, Spagna, Italia).

L’alto numero di vaccinati nel nostro Paese è ancora più significativo per le tante paure e contrarietà al vaccino alimentate nei “social media” da una minoranza tanto piccola quanto dinamica.

Paure e dubbi sono presenti in quasi tutti e risultano evidenti parlando con le persone, e come se in noi ci fosse un mosaico costituito da tante tessere che si chiamano paura, ignoranza, egoismo, “religiosità fai da te”, estremismo religioso (i talebani che sono in ogni religione)…

Mi piace, però, credere, che guardando da vicino questo mosaico si scopra che è formato da tante tessere di ghiaccio e che un grandissimo numero di persone le abbia, più o meno consapevolmente, sciolte con il calore del bene che prova per i propri cari.

Giuseppe Leone

nella foto: Ndakasi, un gorilla di montagna con Bauma il suo custode (da AgenPress.it)

Ndakasi è morta all’età di 14 anni, il 26 settembre dopo una malattia prolungata, nel Parco nazionale Virunga, nella Repubblica Democratica del Congo. Bauma si è occupato con grande amore di Ndakasi da quando i ranger l’hanno trovata aggrappata al corpo della madre morta nel 2007, quando aveva solo due mesi. Troppo vulnerabile per tornare in natura, Ndakasi ha vissuto con altri gorilla di montagna orfani fino alla sua morte.

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