EFFETA' ODV
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Tante strade di Giuseppe Leone

Come operatori della Caritas non di rado, nei momenti di sosta dalle nostre attività, ci troviamo spesso a condividere le nostre esperienze. Negli anni nuove preziose forze si sono aggiunte, altri amici che animati da differenti motivazioni sono stati indotti a prestare servizio in aiuto alle parti più fragili della nostra comunità.

Tante e diverse sono le ragioni di questo approdo ma che si possono ricondurre a due percorsi: il primo strettamente religioso ed il secondo spirituale.

Da un lato, uomini e donne che dopo una più o meno lunga partecipazione alla vita religiosa nella comunità cattolica di appartenenza hanno sentito forte il bisogno di esprimere la loro fede anche in azioni concrete di aiuto all’altro, dove l’altro è spesso una persona non credente o aderente ad altre religioni. Si sono trovate, quindi, a dover affrontare lo scoglio psicologico connesso all’uscita dal “sicuro” ambito della propria comunità religiosa.

Dall’altro uomini e donne che, a volte con scarse esperienze comunitarie di tipo religioso, hanno sentito il bisogno di provare ad offrire gratuitamente parte del loro tempo per stare vicino a persone sconosciute. Nei loro racconti affiorano episodi di chiamate alla sequela di Gesù interrotte da qualche evento, storie di smarrimenti dopo anni di profonda fede nel Risorto e di lunghi periodi di notte della fede. Tante delusioni e tanti ritorni ad un mondo dove non c’era più posto per ciò che non era tangibile, per poi sentire di nuovo l’indistinta e non definibile chiamata a dare parte del proprio tempo all’altro.

E cosi ci ritroviamo giorno dopo giorno insieme come operatori Caritas, chi sostenuto dalla preghiera e confidente nel Dio dell’amore, chi sostenuto dal desiderio di rendere un servizio seguendo le Sue parole anche se non più, o non ancora, confidenti in Lui. Tra questi poli, altri amici che vivono in un complesso stato d’animo con la presenza di entrambe le condizioni e consapevolezze spirituali.

Donare il proprio tempo, quindi, se per gli uni non è vissuto come una sottrazione alla preghiera ed alla devozione bensì come un proseguimento della preghiera, per gli altri donare il proprio tempo viene sentito come una forma di preghiera.

Dunque due percorsi solo apparentemente distinti ma che si fondono in una comune visione, quella di conferire sacralità ai diversi istanti nei quali ciascuno di noi si trova a vivere.

Una ricerca di sacralità in salita dove il nostro servizio incontra le contraddizioni, le cadute, il volto amaro della vita che leggiamo nei nostri occhi e negli occhi di chi prestiamo aiuto. E tutto questo, a volte, può generare il dubbio sul senso delle nostre attività.

Ma andiamo avanti comunque custodendo le gioie che compensano ampiamente le delusioni.

Giuseppe Leone

(la foto: Orme sulla sabbia – La Voce degli Angeli)

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