“Occupati dei guai, dei problemi
del tuo prossimo.
Prenditi a cuore gli affanni,
le esigenze di chi ti sta vicino.
Regala agli altri la luce che non hai,
la forza che non possiedi,
la speranza che senti vacillare in te,
la fiducia di cui sei privo.
Illuminali dal tuo buio.
Arricchiscili con la tua povertà.
Regala un sorriso
quando tu hai voglia di piangere.
Produci serenità dalla tempesta che hai dentro.
“Ecco, quello che non ho te lo dono”.
Questo è il tuo paradosso.
Ti accorgerai che la gioia
a poco a poco entrerà in te,
invaderà il tuo essere,
diventerà veramente tua nella misura
in cui l’avrai regalata agli altri.” (Regala ciò che non hai…)
Nella vita, misterioso punto di fusione tra la volontà del Padre e la libertà-limite della nostra storia umana, alcuni di noi si sono trovati a prestare servizio presso la Caritas, ed in tal modo ad incontrare con maggiore frequenza la sofferenza di altre persone.
In questa lunga stagione della pandemia ai consueti incontri con gli ultimi, quelli che nella vita, per infinite ragioni e misteri, hanno ricevuto poco, ci troviamo a conoscere altri uomini ed altre donne, che hanno vissuto una vita relativamente più tranquilla e che ora, in conseguenza della diffusione del covid-19, si ritrovano in gravi difficoltà economiche.
In precedenza intorno all’anno 2010 qualcosa di simile accadde, sempre al Centro di ascolto (cda) quando da una stragrande presenza di stranieri si passò ad una forte presenza di italiani. Allora, a seguito di una crisi economica; oggi, a causa della crisi sanitaria.
In tutte e due le situazioni ci trovammo allora e ci troviamo ora ad affrontare nuove difficoltà nell’incontro con questi amici che bussano alla porta del cda. Ma oggi, con maggiori difficoltà per via degli effetti sommati delle due crisi.
E continuiamo ad ascoltarli, a dare generi alimentari, qualche piccolo utensile per la casa, qualche giocattolo, alcuni sostegni economici….. e sorrisi, dolci e amari, solo fisicamente invisibili dietro la mascherina….
Le parole del Manzoni riportate in apertura di queste condivisioni suonano ad alcuni di noi con molta forza, quella “….speranza che senti vacillare in te, la fiducia di cui sei privo. Illuminali dal tuo buio…..”, ci brucia dentro e ci resta solo la certezza di voler andare avanti perché vi sono persone al mondo che non hanno nessuno, con nessuno che si curi di loro, in una società che tende a produrre scarti umani e che poi non intende farsene carico.
Questa pandemia ci lascerà, purtroppo, oltre ad una schiera di morti, tanti tanti nuovi “scarti umani”, ma potrà, anche, risvegliare in molti cuori un bisogno di solidarietà. A ciascuno la propria libera scelta, con una sola avvertenza però: pochi potranno affermare “non sapevo, nessuno mi aveva mai parlato di questo mondo di sofferenza!” anche nella nostro piccolo mondo agiato.
Certo, il momento attuale ha prodotto maggiori difficoltà psicologiche, economiche e tanta solitudine, e quasi tutti noi ne siamo coinvolti…. Ed allora le parole del Manzoni: “”Ecco, quello che non ho te lo dono”. Questo è il tuo paradosso. Ti accorgerai che la gioia a poco a poco entrerà in te, invaderà il tuo essere, diventerà veramente tua nella misura in cui l’avrai regalata agli altri.“”…… parole che per il cristiano suonano familiari, perché sono l’insegnamento forte di Gesù che attende sempre con grande fiducia che diventi vita nei nostri cuori.
Giuseppe
