EFFETA' ODV

L’urlo di Giuseppe Leone

Mentre i soccorritori continuano il triste recupero dalle acque di Steccato di Cutro dei corpi senza vita delle vittime del naufragio del 27 febbraio di un barcone carico di migranti, i giornali ci aggiornano col triste conteggio delle vittime con i tanti dispersi che via, via diventano vittime e ne fanno salire il numero di questa strage nel nostro mare di Crotone.

Di fronte a tanta morte violenta le parole vengono meno, di fronte alla sacralità della vita oltraggiata in questo modo si addice una parole di amore oppure il silenzio. Per questo provo tanta amarezza nel leggere una dichiarazione di un membro del nostro Governo il quale afferma: «La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo le vita dei propri figli»; poi sui “social”, come sempre avviene in questi casi, arrivano precisazioni, mezze rettifiche, ma intanto la sua dichiarazione è lì amplificata dai mezzi sociali di informazione.

Mi torna in mente una battuta del film di Nanni Moretti, Palombella Rossa: “Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!”

Ed allora mi domando: come siamo giunti nella nostra società ad avere figure pubbliche di rilievo che di fronte a simili tragedie non sembrano cogliere la complessità del male che assedia e penetra il nostro ricco mondo? Le reali responsabilità di questi eventi?

Come arrivare a dare la sensazione che si sorvoli circa le cause che portano persone provenienti da terre martoriate come Iraq, Afghanistan, Pakistan, Somalia e forse Siria ad abbandonare i loro Paesi ed a trasformarsi in migranti “disperati”? Come giungere ad addossare le conseguenze di questa condizione di “disperazione” a dei genitori evidentemente incoscienti?

Eppure, ad esempio, la più recente immane tragedia, quella iniziata la notte del 6 febbraio 2023 con i terribili terremoti in Turchia e Siria, se da un lato ci dovrebbe aver dimostrato appieno cosa è, e dove porta la disperazione, dall’altro ancor più ci ha fatto riflettere sulle cause di queste eventi. Ed allora ci spiegano che i tanti, tanti morti che i terremoti causano sono dovuti, per la maggior parte, alla cattiva qualità costruttiva di edifici inadatti a sorgere in zone altamente sismiche ma utili soltanto a procurare enormi guadagni a costruttori senza scrupoli e a controllori pubblici infedeli.

Per il credente è tempo di Quaresima, tempo propizio per interrogarsi su come il nostro cuore si sia inaridito a tal punto da essere rappresentati da figure pubbliche che pronunciano simili affermazioni.

Giuseppe Leone

le foto: l’urlo di Munch,

una immagine del naufragio in Calabria (Vatican News)

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