EFFETA' ODV
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Fiducia di Maria Luisa Giogoli

Avevo poco più di 20 anni e lavoravo, durante le vacanze scolastiche, presso le colonie estive del comune di Bologna.

Come sappiamo sono le esperienze a farci crescere ed io ero impreparata a prendermi la responsabilità sanitaria di 80 bambini e circa 40 – 50 persone addette alla gestione della colonia.

Con umiltà e con la consapevolezza di essere precaria, ci affidammo all’Ufficiale Sanitario di Porretta che, consapevole della nostra situazione, ci seguì con affetto; io e altri colleghi facevamo esperienza di lavoro per pagarci gli studi.

Erano gli anni 80, in quel periodo la legge Basaglia chiuse tutti i manicomi e istituti di correzione.

Eravamo a Castelluccio sopra Porretta (Bo) la colonia era dentro al castello del paese dato in gestione al comune di Bologna.

Luoghi montani stupendi con dimensioni sociali, umane, uniche. Noi e bambini eravamo inseriti nel contesto sociale, pro loco, chiesa, bar, giardini, spazi pubblici, potevamo camminare nei territori circostanti e parlare con le persone del luogo.

La decisione dei servizi sociali e sanitari, in collaborazione con servizi psichiatrici, fu di inserire bambini e ragazzi presso colonie estive montane e marine, a piccoli gruppi, per poterli gestire meglio.

C’era già allora la consapevolezza che tra persone “normali” ci può essere l’opportunità di ricominciare la vita in modo diverso.

Erano bambini sofferenti, ribelli, aggressivi, che erano stati rinchiusi in istituti di correzione dove la normalità non si poteva vivere.

Nelle camerate si assisteva a lanci di sedie, materassi buttati dalla finestra, autoaggressioni etc. Minacciavano anche il personale e si faceva il possibile per educare e tranquillizzare.

Il mio lavoro era in ambulatorio, dove venivano bambini e personale con vari problemi.

Un giorno si presentò Ubaldo, occhi e capelli a caschetto neri, aveva 12 anni e con atteggiamento di sfida mi avvicinò e rubò le forbici che erano sul carrello per medicazioni.

Sapevo che aveva già ucciso tutti i polli e galline del custode anziano, che spesso lo rincorreva con la cinghia dei pantaloni minacciandogli botte.

Lo guardai negli occhi e gli dissi: “sono sicura che non farai del male a nessuno e che mi riporterai le forbici”. Attesi con ansia per diverse ore, senza riferire a nessuno l’accaduto; si ripresentò verso sera per ridarmi le forbici, era dolce e remissivo.

La vita è fatta di incontri, non so chi incontrò dopo ma, dopo 10 anni trovai un articolo sul Resto del Carlino; Ubaldo aveva sfidato un treno in corsa e si era fatto travolgere, aveva deciso di rinunciare a vivere. So anche che molti di loro ce l’hanno fatta per merito di tanti e tanti operatori che li hanno seguiti con amore.

Quell’esperienza mi segnò e capii che:

SE VUOI AVERE FIDUCIA DEVI DARE FIDUCIA.

Maria Luisa Giogoli

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