Prima del 24 giugno 1981 Medjugorje (che in croato significa “tra i monti” e si pronuncia Megiugorie) è solo un minuscolo villaggio di contadini sperduto nell’ex Jugoslavia.
È il tardo pomeriggio di mercoledì 24 giugno 1981, festa di San Giovanni Battista, quando sei ragazzini tra i 12 e i 20 anni si trovano a passeggiare sul monte Crnica (oggi chiamato la Collina delle Apparizioni) e in una zona sassosa detta Podbrdo vedono apparire in aria la figura evanesce
nte di una giovane donna bellissima e luminosa con un bambino tra le braccia. Capiscono subito che si tratta della Madonna, anche se l’apparizione non parla e fa loro solamente il cenno di avvicinarsi, ma sono molto impauriti e scappano via. A casa raccontano l’accaduto ma gli adulti, spaventati dalle possibili conseguenze (la Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia era ufficialmente atea) intimano loro di stare zitti.
La notizia però è straordinaria e si diffonde rapidamente nel villaggio e il giorno seguente, il 25 giugno ’81, un gruppo di persone si raccoglie nello stesso posto e alla stessa ora nella speranza di una nuova apparizione, che non tarda ad arrivare…….
…. da allora ogni anno sono due milioni le persone che da tutto il mondo giungono nella cittadina della Bosnia-Erzegovina e ne traggono beneficio spirituale. Sulla veridicità delle apparizioni la Chiesa non ha ancora assunto una posizione definitiva.
A maggio 2019, Papa Francesco ha deciso di autorizzare i pellegrinaggi ufficialmente organizzati da diocesi e parrocchie. In ogni caso, l’autorizzazione papale non dev’essere interpretata come un’autenticazione degli avvenimenti di Medjugorje, i quali necessitano di ulteriore esame da parte della Chiesa.
In un gennaio di quasi trent’anni fa né per fede (all’epoca ero non credente), né per curiosità, ma per altre ragioni mi ritrovai anch’io a Medjugorje e lì vissi la mia conversione.
Al ritorno in Italia cercai di rivedere la mia vita per tentare di renderla aderente agli insegnamenti del Signore. Con alti e bassi, come tutti.
Negli anni successivi tornai spesso a Medjugorje, nella prima metà degli anni ‘90 c’era la guerra civile ed ebbi modo di vederne i suoi effetti devastanti e ne restai segnato, era la prima volta che mi trovavo nel mezzo di un conflitto in passato per me le tante guerre erano filtrate dal mezzo televisivo.
Non entrerò nel merito delle presunte apparizioni della Vergine che sei ragazzi (oggi adulti) affermano di vedere dal 1981 e che viene chiamata con il titolo di “Regina della pace”. Non sta a me esprimere opinioni sulla verità di questi eventi, la Chiesa sta indagando e si esprimerà in merito.
Da parte mia sono grato per il dono della fede che ho ricevuto in quella terra e, per sovrabbondanza di effetti, anche per il tragico incontro con la guerra che si risolse in me in un motivo di meditazione: da un lato, il gratuito dono di pace e di amore del Signore, dall’altro, la guerra e l’odio dell’uomo. Come se nei due punti estremi dell’arco di circonferenza percorso dal moto del pendolo abitasse in uno la Parola del Signore e nell’altro la parola dell’uomo. Come se quell’arco di circonferenza rappresentasse la mia vita, e viaggiassi su quel pendolo senza la consapevolezza dei rischi che posso correre quando mi allontano da Lui.
Giuseppe Leone
(le foto: Chagal, Pendolo con ala blu;
Medjugorje, Cristo Risorto di Andrija Ajdic)
