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† 14 gennaio 2014

IL MIO AMICO UGO di Riccardo Lastrucci

Ho conosciuto Ugo, quando come infermiere veniva a casa mia, per una qualche necessità dei miei suoceri. Un breve “ciao” quando entrava e nulla di più!

Però, già fin da allora, mi ricordo che i nostri sguardi si incrociavano e dentro di me sentivo che questa conoscenza sarebbe diventata con il tempo, una amicizia importante.

C’era in quel “ciao” che ci scambiavamo, un qualcosa che ci spingeva a conoscerci meglio.

Ma il tempo passava e il nostro rapporto restava a quel “ciao”.

Nel gennaio del 1998, se ricordo bene il mese, perché l’anno era quello, nella parrocchia di Poggio furono annunciate le “Catechesi per adulti”.

Una sera mi decisi ad andare a vedere di cosa si trattasse, così per curiosità! All’ingresso della sala dove si svolgevano queste catechesi c’era anche Ugo. Ricordo che quando mi vide, mi venne incontro con quel suo bel sorriso e con quel suo modo garbato e accattivante e mi disse:

“Ci sei anche te? Bene!” E stringendo il mio braccio destro con la sua mano continuò a sorridermi.

Il “ciao” si stava trasformando in un bella amicizia che mi avrebbe accompagnato e mi accompagna ancora che Lui è volato in cielo.

Mi feci coraggio e gli chiesi, perché per me in quei tempi era importante quella domanda:

“Senti Ugo, qui trattate anche temi come: Si Deus est unde malum…?”

Mi guardò e con fare serio mi disse: “Senti, io non ho capito nulla di quello che mi hai chiesto, però se vuoi conoscere Gesù, questo vedrai è il posto giusto”.

Quello infatti era il posto giusto. Via via che passava il tempo, mi rendevo sempre più conto, che quelle catechesi che insieme ad altri annunciava, Ugo le vivesse e le testimoniasse.

Ugo ha testimoniato con la sua vita Gesù, il Signore morto e risuscitato.

Per me Ugo, è stato un Vangelo vissuto in prima persona, e sempre per me si è verificato quello che mi disse all’ingresso della sala delle prime catechesi:

“Se vuoi conoscere Gesù questo è il posto giusto”

Con queste poche righe vorrei dire un “grazie ” al Signore per avermi fatto incontrare e conoscere Ugo!

Riccardo Lastrucci

 

 

Obbedienza di Franco Zinzula

Quando ho conosciuto Ugo per me era “il Diacono”, come altri che avevo conosciuto prima di lui. Dinamico, attivo, a volte irruento, con una carica incredibile che gli veniva dalla fede profonda in Dio e dalla volontà di svolgere al meglio la propria missione. Eravamo molto diversi, quasi due poli opposti. Lui col cuore più grande del portafoglio, io più ragioniere, lui con fiducia cieca nel prossimo, io più diffidente e legato alle procedure, etc… Ma in una cosa eravamo simili: volevamo fare qualcosa per i bisognosi, come rispondendo ad una voce a cui non si può dire di no. È stato per me un maestro che mi ha guidato nel mondo Caritas del Montalbano, un mondo di amicizia e collaborazione tra parrocchie diverse che avevo già visto altrove. Per me era scontata la collaborazione tra Caritas di parrocchie adiacenti nel territorio, ma per una parte del clero no; quante amarezze per quel clero burocrate e ostile, legato a steccati, parrocchie e parrocchiette condotte ad immagine propria anziché di Cristo! O quale delusione per il mancato aiuto – in momenti di estremo bisogno – proprio da parte di qualche prelato che ritenevi degno di lode! Tuttavia, nonostante le amarezze, Ugo insegnava a “obbedire ai loro voleri e rispettarli perché sono i consacrati”. Grande Ugo, altri avrebbero mollato e tirato i remi in barca.

Per ultimo ricordo quando mi confidava: “sto invecchiando rapidamente, non ce la faccio più a sostenere tutto”. Emergeva la fragilità umana e la consapevolezza che prima o poi bisognava passare il testimone. I commenti sulla sua salute e preoccupazioni tipo “come faremo senza di lui” lo rattristavano, perché sentiva che non c’era fiducia nella provvidenza divina e vedeva che alcuni legavano la esistenza della Caritas del Montalbano alla sua persona. Ugo rifiutava decisamente la definizione di leader della Caritas così come diceva: “il vero leader è Cristo, perché la Caritas è la Chiesa ed il suo capo è solo Cristo!”.

Franco Zinzula

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